Tre poesie di Celébendil

La via

Mostrami la via,

io ti seguirò,

ricordando ogni passo che ho fatto

per raggiungere ciò che desideravo

ed incontrare la persona che ero.

   

Colleziono pezzi rotti a terra.

La mia anima, così insensibile, non amplifica

alcun suono.

Vuota stanza senza calore né colore,

silenziosa.

Ancora impaurita per dove mi sto dirigendo.

   

Troppo spaventata per guardare giù.

Le ombre fluttuano intorno.

Lo so che mi stai aspettando.

* * *

Cerchi di fuoco

Cantano gli angeli

dalla torre più alta del cielo,

dove la terra svanisce

e il mondo scivola ai piedi di Dio.

   

Danzano i demoni

in cerchi di fuoco

lì, dove tutto sfiorisce

e l’anima scivola dentro l’oblio.

   

I fiori stracciati

giacciono spenti tra le tue mani.

Filtra tra le dita bianche un’oscura luce:

la vita.

   

Sarai ancora lì ad attendermi,

tra i colori incerti della mia alba.

* * *

È notte

Fisso l’oscuro cielo blu.

Ho deciso.

Il tuo volto chiaro sarà la mia tela.

Le tue lacrime, i miei colori.

Gli occhi vitrei, la luna.

Non ho paura di dipingerti così,

nella tua notte più buia.

   

Scalpita il cuore, sanguinano i polsi.

Rosso fluido scorre fuori dalle vene.

Gocce di dolore racchiudono i pensieri tetri.

La morte è l’atto finale,

la vita il grande palcoscenico.

* * *

Attraverso i suoi versi Celébendil mette insieme una poesia fatta di ricerche ed immagini costruita attraverso frasi puntuali, quasi a scandire un ritmo saldo da un verso all’altro, attraverso una punteggiatura preminente e marcata. Si formano così tempi brevi e circostanziati all’interno della narrazione poetica i quali a volte, tuttavia, si aprono per lasciar fluire all’esterno di essi direzioni ed immagini in cui ritrovarsi. Emerge infatti via via il tema di un soggetto in cerca di una direzione propria, che attraversi le cose per cambiare e ritrovarsi: alla fine del sentiero qualcuno sarà lì ad attendere, una volta trovata la via.

Nel cammino dell’io la fluidità del suo scorrere attraverso i tempi e le immagini in cui si ritrova ogni volta è data dall’effetto delle allitterazioni e dall’uso di assonanze incasellate tra i vari versi, spingendo mano a mano verso la chiusura finale dei componimenti. Così si delineano ora da un lato, ora dall’altro immagini evocative tra giochi di luci e ombre, cose terrene e celesti per trovare infine il proprio colore, la propria forma definita e stabile con la quale accompagnarsi per giungere alla meta, ricongiungersi.

  • Paolo Andrea Pasquetti, 16 Settembre 2021

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