Tre poesie da Canti del ritorno di Paolo Andrea Pasquetti

Attraversiamo da soli

questi mondi in contrasto.

La gente passa e canta staccata

dietro di noi, senza

ricordarci. Ogni volta che

spezzo un ritmo mi

ritrovo a ricordare:

forse perché vorrei solamente

unire senza dover

guardare per forza dentro

i bulbi, analizzare d’istante

i sogni che tocco con mano

e mi causano allergie

estrinseche. Cerco di

dare corpo alle cose che

mi si avviluppano intorno

per poi cadere: non

posso afferrare, non

declinare o coniugare in

forme, non ora. Avviene

sempre una distrazione

che mi cinguetta sopra e

fa dubitare in ogni

punto distratto e distaccato,

quasi fosse un colore

lontano che mi ritorna.

Rimangono solo le cose solite

che possono accompagnarmi

fino a ricollegare, ancora,

quello che c’è.

* * *

Nel sintagma di un mio

cammino, su sentiero

rialzato, m’accorgo che nessuno

più canta. M’ispira solo la

voce d’un amico a rammentarlo.

* * *

Forse il mondo non è stato

più quello di prima,

forse la morte ha ricavato

angoli che non sapevamo

esistere tra di noi, scostati

all’interno dei nostri fraintendimenti.

Scrostare poi la scorza dura

dal nocciolo del sé rimasto

sul fondo è difficile, andare al

cavo che abbraccia e confonde

i colori che un tempo scorgevi

senza attenuare.

   

Vorrei semplicemente che il

mondo ricresca dopo essere

stato calpestato: com’è

possibile tornare alle cose?

Guardare crescere lentamente

i corpi nei solchi una volta

coperti con cura?

E ora stanno spenti

sullo sfondo della tua

visione, chiedendo un

riscatto da offrire in dono.

   

Ma le storie di un tempo

sono lontane e impietrite sulla

lastra sbiadita:

mi evochi forze e figure di

sogno che attestano i miei

tocchi, rimandano indietro

le incrinature della soglia per

indicarmi la meta che coincide

con l’intorno che scorre e vive

da sé, sporcato dalla luce

appoggiata sui nodi connessi

a un proseguire delle cose.

Incordano un canto che sa:

questa è una parola che

ascolta e dice, forse, i mondi

e riavvolge le membra

una sull’altra.

Mi chiede d’inoltrarmi nel

crepuscolo stanco dei giorni,

aprire le sorti rimaste inattese

nel buio, di chi spera scorgere

ancora una foglia

scuotersi al vento che

dona, strusciare sulla

pietra che suona ritorta

dall’acqua scurita, cercando

un abbraccio.

Il canto è spezzato, la

mano ancora rigida nell’ombra:

un’estate che muore lenta

in un freddo che tarda i

suoi passi ma copre, un

frutto che pesa sui

rami e non cade.


I Canti del ritorno non sono una semplice raccolta di poesie eterogenea, bensì formano un libro coeso e a sé stante, centrato su un tema specifico: la morte. La narrazione infatti si articola in quattro sezioni, ognuna introdotta da una breve prosa poetica a cui seguono una serie di componimenti. A questa struttura viene affidato il compito di narrare la ricerca da parte dell’Io di un canto attraverso il quale ritornare a una dimensione esistenziale autentica che abbracci l’esperienza di morte che anima il viaggio. Un viaggio che, sezione dopo sezione, attraversa il ciclo delle stagioni e le varie fasi del giorno – dalla primavera all’autunno, dalla mattina alla notte – formando un vero e proprio percorso di indagine esistenziale ed espressiva dove lo stile poetico si evolve nella ricerca del canto ristoratore agognato. La storia ha inizio e si chiude nell’ottica di un cammino che si dipana di fronte a chi tenta la parola, mostrandogli la via.

Canti del ritorno, Paolo Andrea Pasquetti, AttraVerso edizioni, 2023

Il libro è disponibile al seguente link: https://www.edizioniattraverso.it/negozio/Canti-del-ritorno-p544337144

  • Radura Poetica, 6 Marzo 2023

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